sabato 10 aprile 2010

Suor Nazarena, eremita a Roma

Nel monastero delle benedettine sull’Aventino, a Roma, si trova l’angusta cella dell’anacoreta americana, suor Nazarena, dove è vissuta reclusa per circa quarantacinque anni, fino alla sua morte, nel 1990.


La storia di Giulia Crotta, figlia di emigranti italiani, nata nel Connecticut il 15 ottobre 1907 è davvero insolita e dimostra quanto può essere tortuoso e a volte doloroso il cammino interiore.


Laureata in lettere, scrittrice, musicista, fin da giovane aveva sentito la “chiamata”: “Vieni con me nel deserto!”, le aveva detto Gesù in una apparizione, ma quando lo raccontava ai suoi confessori rischiava sempre di essere considerata un ‘esaltata se non una pazza. Dopo aver fatto esperienza in alcuni conventi, Giulia Crotta parte per Roma dove trova finalmente il suo “deserto “ in una cella del monastero di Sant’Antonio d’ Egitto sull’Aventino. Praticava una dieta vegetariana rigorosa, il cibo le veniva lasciato al di fuori della porta, aveva come letto una cassapanca alta con una croce di legno in rilievo. Nessun contatto con l’esterno. La badessa e il padre spirituale le parlavano attraverso una grata. Una vera eremita in una stanza deserta. Di lei esiste una bella biografia scritta dal monaco camaldolese Thomas Matus.


Un giorno ho avuto il privilegio di visitare la stanza con un mio amico monaco; appena entrati ci siamo seduti per terra per meditare e abbiamo avuto due emozioni completamente diverse. Il mio amico, in sintonia con il luogo, ogni volta che vi entra sente il cuore che si scalda. Io, invece, ho avuto un’esperienza forte, ma di paura. Stavo con gli occhi chiusi, nella posizione del mezzo loto, erano trascorsi pochi istanti, quando ho avvertito una forza potente che mi paralizzava, mi schiacciava il torace impedendomi quasi di respirare, come se qualcuno volesse attraversarmi. Mi sono spaventata, ho cantato l’Om mentalmente, ho aperto gli occhi e la tensione si è sciolta. Per prima cosa ho pensato che l’anima dell’anacoreta non avesse gradito la mia presenza. Ero un’estranea nel suo piccolo regno, ma una santa può avere attacchi di rabbia?


L’Anahata Chakra,è il chakra del cuore.Quando si raggiunge l’amore universale probabilmente si è vicini alla perfezione.


2 commenti:

  1. Sì, mi si scalda il cuore nella cella di Suor Nazarena, ma la tua experienza corrisponde anche a quella della reclusa, che visse come Sant'Antonio nel deserto, lottando con i demoni.

    Anch'io ho dovuto lottare - fa parte della esperienza di noi esseri umani sul sentiero dello Spirito. In inglese si dice, "Life isn't all beer and pretzels" [tradotto al senso, "La vita non è una serata in birreria", oppure "La vita non è tutta rose e viole"].

    Quali furono i "demoni" di Nazarena? Disse lei: sono le "illusioni" che affligono le anime solitarie. Lei cercava sempre di tenere i piedi (nudi anche d'inverno!) per terra, lavorando con le mani e contemplando Dio nelle Scritture e nel silenzio.

    Le rare volte che Nazarena usciva di cella (per necessità mediche), dava un caldo abbraccio alla consorella che l'accompagnava e prestava volentieri l'orecchio, se l'altra voleva parlare, rispondendo anche alle domande.

    RispondiElimina
  2. Lavoro a due passi da questa chiesa; ci andró presto a visitare la cella e ti faró sapere le mie sensazioni.
    ciao
    gianni

    RispondiElimina