lunedì 21 maggio 2012

Cancro: consigli pratici



 Cosa consiglia Renzenbruck? “ Il pomodoro, come la patata, - scrive nel libro - fa parte delle solanacee, quella famiglia che gode  di dubbia fama; quasi tutte le piante di questa famiglia contengono forti veleni”.

 Cosa bisogna abolire? Il medico consiglia per i malati di cancro di eliminare subito il pomodoro ma anche patate, funghi, alghe. La carne non è inclusa nella dieta dei malati di cancro, poiché  le proteine appesantiscono il metabolismo e quindi il fegato.  Una ricerca scientifica,  ormai  consolidata, sostiene che l’uso eccessivo  della  carne è uno dei fattori rischio per il cancro al colon. Per chi vuole, invece, prevenire il cancro il medico consiglia di  esser cauti nel consumo di patate.

La medicina omeopatica offre uno strumento di grande aiuto nella cura del cancro: le iniezioni di vischio, che possono affiancare  chemio e radio per diminuire gli effetti collaterali di queste ultime. Il libro dà molti consigli pratici sull’alimentazione per proteggere il fegato e quindi prevenire il cancro. Le cure primaverili disintossicanti, per esempio,  permettono all’organismo di rinnovarsi.

Il libro si divie in 12 capitoli: La realtà dell’essere umano- Principi base per la comprensione del carcinoma; Esistono alimenti che, affaticando il ricambio, favoriscono la formazione di un tumore; Sostanze estranee cancerogene presenti nell’ambiente e nell’alimentazione; I disturbi dell’organismo dei liquidi - La proliferazione cellulare dovuta a un disturbo delle forze di crescita del corpo eterico; La cellula del cancro non respira; Nei malati di cancro il metabolismo della luce è alterato; La cellula del cancro quale fonte del freddo; I processi silicei attivano le forze plasmatrici; Il fegato quale organo principale del ricambio e della disintossicazione dei malati di cancro; Gli ordinamenti ritmici; I cereali nella dieta dei malati di cancro; Consigli pratici.

Nelle conclusioni del libro, Udo Zenzenbruck afferma: “Chi si ammala di cancro si accolla parte del destino dell’umanità” .

Dieta contro il cancro



Il libro di Udo Renzenbruk  “ Dieta contro il cancro” (Natura e Cultura Editrice) l’ho scoperto molti anni fa in una clinica, molto particolare,  in provincia di Trento.  Nella clinica steineriana si seguivano le idee del medico-filosofo Rudolf Steiner: medicinali omeopatici ma soprattutto musica, pittura, scultura ed euritmia. Nel mese di ricovero nella  clinica ho ritrovato la passione per la pittura e la scultura che ho sempre avuto fin da ragazza. Sono tornata a casa con  una bellissima scultura e molti dipinti. L’arte- è  indubbio- stimola le forze creative e il processo di guarigione si mette in moto. Poi, per un anno, ho continuato con l’euritmia terapeutica.

Una premessa, per parlare di un  libro interessante che tutti dovrebbero leggere, a prescindere dal fatto che siano o meno malati di cancro. Il corpo umano, secondo Steiner, è costituito  da 4 elementi: corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale, io; suddivisione che  ritroviamo nella  cultura orientale, dove si parla di corpo eterico o fisico, corpo astrale o emotivo, corpo- idea o causale. Il corpo fisico - secondo i testi di yoga-   dipende dal cibo e si distrugge con la morte; quello astrale dipende dall’energia, dalla volontà e dall’evoluzione del pensiero e il terzo corpo, quello causale, dipende dalla saggezza e dalla felicità. Gli ultimi due corpi rimangono legati insieme dai desideri e dal karma non consumato. E sono proprio i desideri che ci legano alla terra e ci spingono a reincarnarci. Quando tutti i desideri sono consumati con la ricerca spirituale e la meditazione, i tre corpi–prigione si dissolvono e l’anima diviene puro Spirito.

giovedì 10 maggio 2012

Chiara


    Angelo tra gli angeli
    Prestato alla terra
    Luce chiara
    Chiara fatta di luce
    Teneri gli occhi
    Che guardano
    Altri mondi
    Sorriso dolce
    Che sana
    Ferite altrui

    “Madre, questo è tuo figlio”
    Hai detto salutandoci
    E come promessa di futuro
    Hai donato un figlio
    Sassi sulle colline
    Di Medjugorje
    Sassi fino a toccare il cielo.
    

Lettera a un padre e a una madre

Carissimi,
sono tornata da Medjugorje con una immagine toccante stampata nella mia memoria. Chiara inginocchiata ai piedi della statua della Madonna e voi due dietro, quasi a proteggerla, con una mano sulla spalla. Una immagine talmente intensa che ho preferito rimanesse solo nella mia mente. Vorrei che le vostre preghiere silenziose, inviate in quel momento alla Madre Divina, fossero esaudite.
Voglio ringraziarvi per avermi dato la possibilità di vivere una profonda esperienza umana e spirituale.  E, soprattutto,l’occasione  di passare due giorni accanto a Chiara, una ragazza esile ( a volte sembra quasi una bambina), ma che dimostra in ogni istante una forza interiore enorme. Chiara è sorretta da una  fede profonda  che la rende lucida, serena, sempre con un mite sorriso.
Chiara è un essere superiore che ha superato i confini umani ed è direttamente in contatto con il cielo.  E come ha scritto Udo Renzenbrunk, medico steineriano, a conclusione del suo libro “Dieta contro il cancro: “Chi si ammala di cancro si accolla parte del destino dell’umanità”.


Le mie impressioni le ho raccolte in poche righe a lei dedicate.
Vi sono vicina con tutto il mio affetto.

sabato 5 maggio 2012

Medjugorje: il ritorno a casa


E’ il giorno della partenza. Piove a dirotto, fa freddo. Bisogna percorrere al contrario il cammino da  Medjugorje a Mostar e prendere l’aereo per tornare a Roma. Il paesaggio è povero, le case dimesse. Le buste di plastica, i rifiuti agli angoli delle strade, come da noi. L’autista guida  l’autobus con una sola mano, con l’altra ha l’orecchio incollato al cellulare! Il problema è che gran parte del percorso è formato da tornanti di montagna e vedo dal finestrino il bus sfiorare il precipizio. L’aereoporto è piccolo, sembra di essere tornata in India, i controlli lunghi, non c’è nessun mezzo per arrivare all’aereo, così adulti e bambini sotto la pioggia di corsa a piccoli gruppi per raggiungere l’aereo e salire sulla scaletta. Tutti hanno più volte ripetuto: “Nulla sarà più come prima”. E’ vero, ognuno torna cambiato, sono ridimensionati i nostri piccoli problemi quotidiani, si fa un serrato esame di coscienza. Cosa si chiede ora alla vita? Per chi crede la fede è  rinvigorita. 

Le mie impressioni? Le ho sintetizzate nella lettera che ho scritto ai genitori e nelle poche righe dedicate a lei. Dopo una rigida educazione religiosa ricevuta dalle suore fino alla maturità - considerati gli scandali  che hanno segnato per secoli la Chiesa fino ai giorni nostri - il mio forte bisogno di spiritualità si è rivolto altrove, al misticismo  orientale, a due filosofie: yoga e buddhismo, nate  nel segno dell’unione, della pace e della compassione. Sono troppo ribelle per sposare in pieno un’altra “chiesa”. La mia scelta è fatta di solitudine, silenzio e meditazione. Sono ormai  allenata nelle prime due, ho ancora difficoltà nella terza. Il cammino spirituale è difficilissimo e nonostante io abbia avuto negli anni dei “segni”, delle epifanie,  mi sento ancora all’’inizio del percorso. Avrei potuto fare di più- sono sicura- ma le contingenze reali: lavoro, responsabilità, continui problemi di salute, hanno sempre  messo in difficoltà la mia volontà, che ogni tanto cede alla stanchezza.

Con il passare degli anni si è rafforzata in me la convinzione che - come ha detto il gesuita, Padre Mariano Ballester, durante un ritiro spirituale -  nel tremila esisterà una sola religione. Quando gli uomini avranno smesso di ammazzarsi in nome di Dio. Alla base, tutte le principali religioni hanno gli stessi principi etici. L’uomo,  nel tempo e in luoghi diversi, ha dato un nome diverso a Dio e non posso credere che un essere umano buono e giusto, che vive con bontà e verità il suo cammino su questa terra debbe finire all’ Inferno  perché non conosce il cattolicesimo e non va a Messa. Non credo al Dio irato e vendicativo del Vecchio Testamento, credo al Dio misericordioso e buono di cui parla il Cristo Gesù.

mercoledì 2 maggio 2012

Sulle colline di Medjugorje



 Comincia il cammino per raggiungere  la collinetta dove è apparsa la Madonna. Decine di giganteschi pulmann sostano ai lati delle strade. Camminare sui sassi aguzzi con scarpe da città è un’ impresa ardua, ma non manca l’aiuto di altri pellegrini . Tra un sasso e l’ altro ci sono spiragli di terra, spesso bagnata e quindi più scivolosa. In ogni istante c’è il rischio di crollare per terra, nonostante il famoso bastone da montagna con cui si avanza faticosamente. Al  ritorno  le scarpe  sono distrutte.

 Ci sono lunghe file di pellegrini che avanzano lentamente recitando il rosario. File che avanzano e file che scendono. Non ci sono sentieri e quindi  spesso bisogna districarsi tra i vari gruppi. Giunti in cima alla collina ci accoglie  la statua della Madonna. C’è chi sta in silenzio, chi prega. A turno ci si avvicina per recitare una preghiera, con la speranza che la vicinanza possa toccare il cuore della madre celeste . Come  tutti gli altri del nostro gruppo, anch’io  ho chiesto la grazia per la giovane mamma ma anche una protezione speciale per le persone a me più care. Può la madre divina ascoltare tutti i cuori e dare ad ognuno una risposta?


Perché Medjugorje


18/4/2012



E’ il giorno del pellegrinaggio, è uscito finalmente il sole. Prima di incamminarci sulle colline di Medjugorje, ci riuniamo nella sala da pranzo della casa albergo di Mjriana. La giovane mamma, per cui siamo qui riuniti , racconta la sua esperienza di vita. Troppo straziante per poterne parlare, anche se uno dei frati francescani, che accompagna la comitiva, spesso, anche durante la Messa, svela segreti del suo calvario. Serena, con un sorriso dolcissimo, lei  è pronta ad accogliere la volontà divina, qualunque essa sia. Per lei aver riunito così tante persone diverse  è già stata una grazia. 
Ma la sua mamma prega  in modo commovente:“Madonna, se non puoi guarirla, lasciala tra noi ancora per un po’, tu puoi averla per l’eternità”.

Accanto alla giovane mamma il suo compagno di vita e il suo piccolo di dieci mesi, bellissimo, che appena sente suonare e cantare i canti religiosi agita manine e piedini nell’intento di dirigere il concerto. Il marito interviene ogni tanto, si commuove, mentre lei sembra distaccata, come se i suoi occhi guardassero già altri mondi.