lunedì 27 gennaio 2014

Il corpo fisico


L’aspetto fisico è relativo rispetto a quello spirituale ma dobbiamo abitare in questo corpo. Se il corpo è in buone condizioni, ovviamente, avremo risultati migliori. La salute del corpo è alla base di  qualunque raggiungimento spirituale. L’aspetto fisico nello yoga è importante ma, comunque, secondario rispetto a quello spirituale.

Quando morirete cosa vi porterete dietro? Qualcuno è permanente?  Nessuno è permanente. Come fate allora a dire che il mondo è vostro! Quando una persona va in pellegrinaggio si deve fermare e, per riposare, prende una stanza in una pensione.  Ma  deve continuare il suo cammino: quella sosta è soltanto temporanea. Così è per noi. Veniamo e ce ne andiamo, come durante  un pellegrinaggio. Il nostro è un viaggio temporaneo sul pianeta terra. Veniamo senza nulla e ce ne andiamo senza nulla, soli. Chi viene con noi?

Possiamo dire che il corpo è nostro? Che controllo avete sul vostro corpo? Quando sarà ora dovrete lasciarlo. Tutti i rapporti sono impermanenti, temporanei. Siamo venuti da un'altra dimensione e improvvisamente possiamo tornarci. Possiamo conoscerla? Non è necessario sapere. Riflettiamo: In quella dimensione non avevate un corpo fisico, che è alla base della personalità in  questa  esistenza umana. Come fate a dire che una cosa vi appartiene? Il vostro rapporto con le cose e gli esseri umani  passa  attraverso il corpo. La verità è la sola condizione dell’uomo sulla terra.

Quando arriva il momento della morte dovrete lasciare il corpo e tornare in quella dimensione: Uno stato senza corpo, senza personalità, senza un nome, senza sesso, senza peso, forma, senza età, senza dati anagrafici. Oltre questo tempo umano grossolano, tornerete nell’altra dimensione. Vi appartiene questa brutta vita o quella lunga esistenza?Attenzione: Quell’ essere senza corpo, senza personalità e identità, che ritorna ad essere come era prima, non è presente ora nel vostro corpo? Non siete  quell’ essere anche ora? Soltanto con un corpo e con un naso in più?

Il centro della consapevolezza non appartiene al corpo. Voi siete un centro di pura consapevolezza, oltre i limiti del tempo e dello spazio. E’ un  fattore universale presente nell’essere. Non importa in quale religione siete stato formato, a quale razza apparteniate, troverete in tutti gli esseri umani questa consapevolezza:”Io sono”. (Swami Chidananda) Continua…

Dio appartiene a tutti


Dio appartiene a tutti ( Assisi 1994)



Dio è la  Fonte comune, l’origine di tutti gli esseri viventi, di tutte le cose create. L’Essere supremo esisteva prima della teologia, prima dei templi indù, delle moschee, delle chiese cristiane, prima che esistessero le religioni. Questo Essere si è rivelato a diversi profeti, saggi; e ognuno di loro ha provato a raccontarlo  secondo le proprie possibilità, creando religioni diverse, le quali  sono tutte espressioni dell’Invisibile, dell’Inesprimibile.

E’ impossibile per l’intuizione limitata dell’uomo capire l’Essere inesprimibile. Se proviamo a mettere insieme tutte queste  rivelazioni o  intuizioni di persone diverse  in posti diversi e in epoche diverse, se proviamo a radunare insieme tutte queste esperienze, allora, forse, potremo avere una comprensione più completa di Colui che è, per definizione, Incomprensibile.

I cuori  hanno la capacità di sentire. Le parole, invece,  non  sono in grado di esprimere ciò che è Incomprensibile. Cercate di raggiungere l’ armonia e la comprensione approfondendo queste varie esperienze. Studiate tutti questi aspetti diversi, con empatia, per tentare di capire l’Essere Supremo in modo più profondo. (Swami Chidananda) Continua…


Swami Chidananda








Ho incontrato Swami Chidananda ad Assisi nel lontano 1994. Era uno dei relatori di un convegno su yoga e spiritualità. Ho avuto  la fortuna di ascoltare le sue conferenze e di intervistarlo. Era una persona dolcissima, mite, umile, di grande saggezza. Swami Chidananda era nato il  24 settembre 1916 a Mangalore e lasciò il suo corpo il 28 agosto del  2008, a 92 anni. Era discepolo di Swami Shivananda, che  nel  1936  fondò la Divine Life Society di Rishikesh. Dopo la morte del  suo maestro, nel 1963, swami Chidananda  divenne responsabile dell’ashram. 


Sono tornata a Rishikesh nel 2000 con l’intenzione di rivedere swami Chidananda, che tanto mi aveva colpito; ma in quel periodo lo swami era in giro per il mondo  per tenere, come sempre, conferenze su yoga e  spiritualità.

Nell’ ashram di Rishikesh conobbi uno swami americano, swami Bodhichitananda,  era stato a Los Angeles come  discepolo  di Yogananda, ma poi aveva lasciato la Self Realization Fellowship  per seguire swami Chidananda e si era trasferito in India.  Nella sua stanza, sul suo  altare personale, c’erano le foto di Yogananda e del Karmapa, che  avevo  appena incontrato a Dharamsala. Un monaco della SRF, ora discepolo di Chidananda, che amava anche il Karmapa!  E prima di partire mi regalò due foto: quella del Buddha e di Krishna.

Il mio soggiorno a Rishikesh si prolungò  per un problema di salute. (ne parlo a marzo del 2010).  Durante quella settimana di sosta obbligata per farmi coraggio mi ripetevo: non posso farmi condizionare dal corpo. E oltre al  libro di Swami Shivananda,“Il potere del pensiero “, mi  tornavano alla memoria le parole di Yogananda: La paura della malattia accelera la malattia. La mente deve dominare il corpo. E   forte era il ricordo dello sguardo imperturbabile del Karmapa. Talmente  interiorizzato  da rimanere serenamente distaccato e sorridente per tutto ciò che gli accadeva attorno. Un essere  luminoso.

Vorrei condividere gli appunti presi durante le conferenze di Swami Chidananda ad Assisi.  Ritengo le sue parole preziose  per chi è sul sentiero spirituale. Continua…