domenica 24 luglio 2011

Amore e Psiche

I vari sentieri dello Yoga

"L’Hata Yoga è molto noto in occidente. Raggiungere l’armonia del corpo per arrivare all’armonia dell’anima, stufen weisen, attraverso le tappe. Corpo. Psiche, Anima. Spirito. "


Amore e Psiche

"Amore e Psiche: un mito sempre attuale. Con la molla dell’amore il paziente ricerca la propria Psiche, al novanta per cento . L’amore muove la conoscenza. Più il rapporto d’amore è difficile e doloroso, più si cresce attraverso la ricerca.


Bellezza. Il concetto di bellezza. Amore vede Psiche e nasce gioia , ammirazione, estasi. L’amore è una forza rivoluzionaria, innovativa, sconvolgente che porta forza ed estasi. Rimette in modo la dinamica della psiche. Per esempio: Un uomo si innamora di un’altra donna, abbandona la moglie dopo 20 anni di matrimonio, salta una situazione stagnante. In questo caso l’uomo ha tre opzioni: vivere l’amore intensamente, viverlo di nascosto, decidere di non viverlo.


Vivere a pezzi. Una donna sposata deve saper “continuare” una storia d’amore attraverso le difficoltà della vita. La passione in una coppia svanisce col tempo. I due possono stancarsi o avere qualche difficoltà, ma invece di finire la loro storia in tragedia, possono decidere di continuare a mantenere un rapporto affettuoso. La separazione è sempre un lutto."

Dall’analisi a Yogananda.


"Sono andata in America il 4 marzo del 1952, tre giorni prima della morte di Yogananda. E’ stata per me una data importante. Ho conosciuto Yogananda pochi giorni prima della sua morte. “Vai a trovarlo”, mi aveva detto Bernhard."

"La cosa che più mi ha colpito è stata la semplicità con cui mi ha ricevuto. Quando l’ho visto per la prima volta era circondato da una grande luce, ero molto emozionata, avevo la sensazione di vedere una persona già vista. Aveva detto ai suoi discepoli che aspettava 3 persone dall’Europa , ma nessuno sapeva del mio arrivo. Davanti alla sua tomba ho visto come una luce, poi la stella a cinque punte, l’apertura del terzo occhio. Col tempo il terzo occhio si è richiuso, ma adesso so che c’è, che esiste realmente e non soltanto nei libri di yoga."

L’esperienza analitica

L’analista. Invito silenzioso per un raccoglimento interiore. Possibilità di approfondimento della psiche. Preghiera interiore. Lasciare che vengano le idee per una comprensione più profonda.


Hèlen è venuta in Italia per Ernst Bernhard . Ha fatto analisi con Bernhard , poi con Dora , dopo la morte del marito, per altri due, tre anni. “Con Ernst Bernhard ho avuto un rapporto ottimo, intuitivo, mi sentivo molto a mio agio. La penetrazione della comprensione dell’essere umano. Non era il desiderio di potere sugli altri che mi ha attratto a fare l’analista”.



“La cosa meravigliosa che mi ha trasmesso Bernhard è la “comprensione” per l’essere umano. Trovavo meraviglioso poter comprendere l’essere umano e perciò aiutarlo. Bernhard poteva essere tagliente. E’ sempre questo che mi ha attratto, è nella comprensione che puoi aiutare. Bernhard aveva un modo di comprendere. Lui ripeteva spesso “Ciò che mi interessa comprendere è l’essere umano”. Era tagliente con le donne che lo ammiravano. Due volte mi sono sentita offesa. Poi diventava molto gentile.”


E il rapporto con Dora Bernhard?


"Dora Bernhard si difendeva dal potere del marito e appariva molto autoritaria, non mi era simpatica, non potrei dare un’immagine giusta Non era facile avere un rapporto con lei. Lui aveva una carica spirituale che irradiava. La calma di un essere umano che ha raggiunto qualcosa. Faceva Yoga , meditava."

giovedì 14 luglio 2011

Il compito di un analista junghiano

Proseguono i dialoghi con Hélèn.



“Il compito di un analista junghiano è quello di guidare il paziente alla ricerca del proprio Sé. “Cercate e troverete”, dice la Bibbia, una vecchia verità. C’è dentro di noi una spinta a trovare un tesoro, una spinta a cercare.


Virgilio è stato per Dante una “guida”. L’analista ha una grossa responsabilità, ma non deve sentirsi responsabile di trovare una soluzione a tutti i costi. L’ analista spirituale può aprire allo spirito il paziente. I sapienti cercano. E’ vero, può anche indirizzarlo su una strada sbagliata, anche involontariamente. L’analista deve essere umile, tanto da arrivare a riconoscere :”non capisco più nulla”.


E’ possibile avere una guida sbagliata. Il paziente deve fare del suo meglio per scegliere la guida adatta, ma una possibilità di errore c'è sempre. Bisogna rischiare. Senza rischio non si fa nulla. Nella ricerca c’è già insita la possibilità di sbagliare.


Rifiutare la “guida” può essere una fuga dalla ricerca?

E’ un rischio. Prima di iniziare un’ analisi, bisogna pensarci bene.


Consigli per chi vuole fare l’analista?

Al paziente chiederei se è veramente spinto a questa ricerca e perché lo fa.

All’analista: Quale è il suo interesse? Per indicare la strada agli altri? Per soldi? Anche questa scelta può essere corretta: “Ho bisogno di guadagnare per vivere.” O di guidare un figlio? Che cosa cerca, che cosa vuole mostrare agli altri? Deve essere un interesse genuino. L’ avere come spinta il desiderio di guidare gli altri è giusto. Ma perché cosa? E poi, se si è all’altezza di andare avanti, allora si può proseguire.


L’incontro con un maestro? E’ importante: l’incontro e la voglia di fare, di proseguire la strada. Certo, è più facile se c’è già un modello. Non possiamo partire senza un modello. Un modello che è dentro di noi, che ci ha commosso. E’ il modello che spinge. Non è mai una scelta razionale.