sabato 2 febbraio 2013

Vacuità


 Un altro punto essenziale del Buddhismo  è la vacuità.Vacuità vuol dire libertà da tutti i concetti, le idee, gli attaccamenti. Tutti i fenomeni rimangono nella loro natura di vacuità e non possono essere afferrati. Il bodhisattva condivide la sofferenza dei suoi simili  e cerca di aiutarli con amore e compassione. Gli insegnamenti sono come una zattera, che va abbandonata una volta attraversato il fiume. Non ha senso continuare a portarla sulle spalle mentre proseguiamo il cammino.

Bisogna superare la forza dell’abitudine che ci porta a ripetere le stesse cose migliaia di volte. La pratica della presenza mentale ci aiuta a riconoscere la forza dell’abitudine per trasformarla.” Più siete consapevoli più siete concentrati”, dice il monaco buddhista.

L’idea di un sè è come un guscio. Quando usciamo da questo rigido guscio comprendiamo che la nostra sofferenza è anche la sofferenza dei nostri avi e dei nostri figli. E quindi ogni giorno possiamo praticare per liberare  gli antenati e i discendenti che sono dentro di noi. La nostra felicità è collegata alla felicità degli altri. Non possiamo essere felici se gli altri attorno a noi soffrono. Siamo tutti interconnessi.

“Dobbiamo imparare a vivere felici nel momento presente. Ogni momento in cui camminiamo nel presente è un momento di liberazione. Ogni passo che compiamo in questo modo può liberarci e liberare innumerevoli generazioni di antenati e discendenti. Ad ogni passo camminiamo con il Buddha”, scrive.

Tale è la nostra responsabilità…in questa vita… in ogni momento…

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