sabato 2 febbraio 2013

Le otto realizzazioni


La prima realizzazione chiarisce i quattro punti fondamentali per meditare: impermanenza, sofferenza, non sé e impurità

Tutto subisce una costante trasformazione.  Il ciclo di nascita, maturità, trasformazione e distruzione è definito impermanenza.

I desideri sono infiniti,  la nostra capacità di realizzarli non lo è, di qui la sofferenza. Sapersi accontentare di poco elimina l’avidità e l’invidia, quindi la sofferenza. Tutte le cose sono impermanenti, tutte le cose sono vuote, soffriamo per la loro vacuità.

Il Buddhismo insegna che gli esseri umani non hanno un sé. Tutti gli esseri umani sono impuri e soggetti al decadimento. La mente è fonte di ogni confusione.

La pratica diligente elimina la pigrizia. Il monaco buddhista suggerisce di meditare sempre sulle quattro verità: impermanenza, sofferenza, assenza di un sé e impurità.

La concentrazione e la comprensione eliminano la ristrettezza mentale. Una volta recise le radici dell’ignoranza possiamo liberarci e insegnare agli altri come spezzare le catene di nascita e morte.

Ogni persona ricca o povera deve essere in grado di praticare la generosità. Non solo denaro, ma tempo, energie, amore. Attenzione. “I boddhisattva considerano tutti allo stesso modo, amici e nemici”.

La settima realizzazione: pur vivendo nella società non dobbiamo lasciare che questa ci contamini. Il fiore di loto sboccia nel fango.

La sofferenza nella società è illimitata e devono essere illimitate anche la devozione e la volontà di aiutare il prossimo. Generosità senza discriminazioni.

(Il modo migliore per catturare un serpente ed altri sutra ”. Thich Nhat Hanh. Ubaldini Editore.)


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