sabato 20 marzo 2010

Samadhi

Samadhi

Nirvana , Samadhi, Illuminazione, sono parole diverse per esprimere quello stato di perfetta unione e armonia tra la coscienza individuale e la coscienza universale, cioè l’ estasi, la beatitudine sperimentata dai santi. Per uscire dal ciclo delle rinascite ci vogliono centinaia, forse migliaia di incarnazioni, poi — secondo i testi di yoga — si passa nel mondo astrale e infine in quello causale. Per il cristiano, invece, c’è una sola vita e la dottrina non prevede l’abbandono progressivo dei tre corpi: il corpo eterico o fisico, il corpo astrale o emotivo e il corpo–idea o causale.


Il corpo fisico dipende dal cibo e si distrugge con la morte; quello astrale dipende dall’energia, dalla volontà e dall’evoluzione del pensiero e il terzo corpo, quello causale, dipende dalla saggezza e dalla felicità. Gli ultimi due corpi rimangono legati insieme dai desideri e dal karma non consumato. E sono proprio i desideri che ci legano alla terra e ci spingono a reincarnarci.


ParamahansaYogananda, un grande yoghi vissuto negli Stati Uniti, dove ha fondato a Los Angeles nel 1920 la Self Realization Felloship, fa una sottile distinzione tra Spirito e anima. Lo Spirito è “gioia” sempre nuova; l’anima ne è il riflesso individualizzato. Quando tutti i desideri sono consumati con la meditazione, i tre corpi–prigione si dissolvono e l’anima diviene puro Spirito.


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