martedì 8 gennaio 2013

L’India


“C’era un congresso dell’Unesco nelle Filippine. Ci andai come osservatore, scrissi qualcosa per diversi giornali. Il congresso era “sulle grandi religioni del mondo”. Era un pretesto per allontanarmi da casa. Ho conosciuto in quell’occasione persone molto interessanti. Filippine Giappone, e  finalmente l’ India. Erano i primi giorni di gennaio del 1960.

Ero arrivata a Pondicherry  per Sri Aurobindo.  La prima cosa che ho fatto è stata  andare subito al Mahasamadhi, ero   profondamente commossa. Ho sentito finalmente che ero arrivata, che  questo luogo avrebbe cambiato per sempre la mia vita. Ero venuta per ringraziarlo, mi aveva aperto la vita, gli orizzonti. All’inizio non capivo bene che ruolo avesse  Mère. Aveva organizzato bene l’ashram per consentire ad Aurobindo di scrivere. Avevo trovato l’ashram pieno di foto dei piedi di Mère. Qualcuno mi suggerì di comprare una foto di Mère perché mi avrebbe portato bene. Mère aveva vissuto vicino ad Aurobindo per 33 anni. Ho pianto. Pensavo:“Se le cose qui non andranno  bene, dove mai potrò andare, non ci sarà nessun altro posto  per me nel mondo.”

Il  29 febbraio del 1960, era il primo anniversario della discesa della supermente (illuminazione) di Mère. Durante la cerimonia  ho visto  Mère per la prima volta. Nell’aereo, venendo dal Giappone, l’avevo vista in visione  che mi aspettava con la mano tesa, portava sandali giapponesi. Mi sono trovata davanti a Mère e sono rimasta paralizzata. Ero la prima persona della fila. C’erano migliaia di persone dietro di me.

Dopo quel primo incontro l’ho vista in privato, da sola. Ero felice, mi aspettava. Quando l’ho vista mi sono messa a piangere e dicevo senza pensare:”Ti conosco già”. Nel 1960, quando l’ho conosciuta,  Mère aveva 84 anni. Nel 1973, quando è morta, aveva 96 anni. Aveva una grande lucidità. Ha giocato a tennis fino a 80 anni, aveva una pelle color albicocca. Negli ultimi quattro anni il fisico aveva perso  di tono. E’ stato un abbandono cosciente.”      continua …..

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