sabato 5 maggio 2012

Medjugorje: il ritorno a casa


E’ il giorno della partenza. Piove a dirotto, fa freddo. Bisogna percorrere al contrario il cammino da  Medjugorje a Mostar e prendere l’aereo per tornare a Roma. Il paesaggio è povero, le case dimesse. Le buste di plastica, i rifiuti agli angoli delle strade, come da noi. L’autista guida  l’autobus con una sola mano, con l’altra ha l’orecchio incollato al cellulare! Il problema è che gran parte del percorso è formato da tornanti di montagna e vedo dal finestrino il bus sfiorare il precipizio. L’aereoporto è piccolo, sembra di essere tornata in India, i controlli lunghi, non c’è nessun mezzo per arrivare all’aereo, così adulti e bambini sotto la pioggia di corsa a piccoli gruppi per raggiungere l’aereo e salire sulla scaletta. Tutti hanno più volte ripetuto: “Nulla sarà più come prima”. E’ vero, ognuno torna cambiato, sono ridimensionati i nostri piccoli problemi quotidiani, si fa un serrato esame di coscienza. Cosa si chiede ora alla vita? Per chi crede la fede è  rinvigorita. 

Le mie impressioni? Le ho sintetizzate nella lettera che ho scritto ai genitori e nelle poche righe dedicate a lei. Dopo una rigida educazione religiosa ricevuta dalle suore fino alla maturità - considerati gli scandali  che hanno segnato per secoli la Chiesa fino ai giorni nostri - il mio forte bisogno di spiritualità si è rivolto altrove, al misticismo  orientale, a due filosofie: yoga e buddhismo, nate  nel segno dell’unione, della pace e della compassione. Sono troppo ribelle per sposare in pieno un’altra “chiesa”. La mia scelta è fatta di solitudine, silenzio e meditazione. Sono ormai  allenata nelle prime due, ho ancora difficoltà nella terza. Il cammino spirituale è difficilissimo e nonostante io abbia avuto negli anni dei “segni”, delle epifanie,  mi sento ancora all’’inizio del percorso. Avrei potuto fare di più- sono sicura- ma le contingenze reali: lavoro, responsabilità, continui problemi di salute, hanno sempre  messo in difficoltà la mia volontà, che ogni tanto cede alla stanchezza.

Con il passare degli anni si è rafforzata in me la convinzione che - come ha detto il gesuita, Padre Mariano Ballester, durante un ritiro spirituale -  nel tremila esisterà una sola religione. Quando gli uomini avranno smesso di ammazzarsi in nome di Dio. Alla base, tutte le principali religioni hanno gli stessi principi etici. L’uomo,  nel tempo e in luoghi diversi, ha dato un nome diverso a Dio e non posso credere che un essere umano buono e giusto, che vive con bontà e verità il suo cammino su questa terra debbe finire all’ Inferno  perché non conosce il cattolicesimo e non va a Messa. Non credo al Dio irato e vendicativo del Vecchio Testamento, credo al Dio misericordioso e buono di cui parla il Cristo Gesù.

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