venerdì 7 gennaio 2011

La teologia della liberazione

Può un monaco o un sacerdote seguire la sua vocazione spirituale e pastorale e impegnarsi politicamente a favore dei più deboli? Sì, se consideriamo l’esperienza dei promotori della Teologia della Liberazione, nata in America Latina negli anni settanta. I principali esponenti furono Gustavo Guitierrez,peruviano, e i brasiliani Helder Camara e Leonardo Boff. Nel 1984 Leonardo Boff, a causa delle sue idee “rivoluzionarie” come - la povertà non è uno stato naturale -, subì in Vaticano un processo, da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede, allora presieduta da Ratzinger, poi diventato Papa Benedetto XVI. Boff, dopo anni di scontri con la gerarchia vaticana, nel 1992 abbandonò l’ordine dei francescani e proseguì il suo lavoro a favore dei poveri come teologo laico.


Durante il suo viaggio in Nicaragua, Giovanni Paolo II , incontrò Ernesto Cardenal, monaco, allora ministro del governo sandinista, e lo rimproverò, sia pure bonariamente. Giovanni Paolo II, in seguito, riconobbe che il ruolo svolto da questi sacerdoti ribelli era buono, utile e necessario per riscattare i poveri.


I seguaci della teologia della liberazione, che divennero negli anni sempre più numerosi, affermavano che bisognava imparare a guardare il mondo con gli occhi dei poveri. Indubbiamente, la loro attività fu una sfida continua alle gerarchie vaticane. Fu una inedita fusione tra marxismo e misticismo ma, soprattutto, una risposta chiara e forte alle dittature feroci dell’America Latina. Per difendersi dalle accuse di aver abbandonato la missione cristiana e di aver intrapreso un cammino politico di sinistra, i sacerdoti rispondevano con ironia : Se diamo da mangiare ai poveri ci chiamano santi, se chiediamo perché i poveri non hanno cibo allora ci chiamano comunisti.


I teologi della liberazione volevano dimostrare che si può vivere in concreto la cristianità e nello stesso tempo difendere i diseredati della terra. Leonardo Boff scrisse: “ Il potere è la tentazione più grande per l’essere umano, perché ci dà la sensazione dell’onnipotenza divina. È pura forza. Ed essendo solo forza è distruttivo. Solo la compassione limita il potere facendo sì che sia benefico. Compassione e forza sono le due dimensioni fondamentali che costruiscono l’essere umano ben realizzato.”

1 commento:

  1. mi ha fatto piacere vedere la foto di maggie, e' sempre sorridente e luminosa.ormai sono 7 o 8 anni che nonn la vedo dopo chesi e' trasferita ad auroville , grazie mille
    e d anche panikar e' sempre bellissimo il suo sorriso e' sempre tra noi. un abbraccio maria

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