sabato 3 luglio 2010

Il cammino spirituale

Le religioni servono alle persone che sono all’inizio del cammino spirituale, perché impongono disciplina, regole di igiene fisica, mentale, psichica. Impongono, appunto, delle abitudini di preghiera, dei cerimoniali, dei riti. Quanto più si è avanti nel cammino più ci si deve liberare anche da queste abitudini, perché imprigionano, impediscono di volare. Sono troppo restrittive, costrittive, e l’essere umano ha bisogno di libertà, anche nella ricerca spirituale. Non a caso Gandhi affermava:” Il tempo delle religioni è finito, sta cominciando l’era della spiritualità”. E un concetto simile ritroviamo in Rudolf Steiner che sosteneva: “ L’uomo è maturo per camminare da solo. Deve sviluppare dentro di sé i criteri etici e morali imposti dalle religioni”.


Quando un cattolico ha assunto una certa perfezione interiore e vive con un’etica, una morale, non dovrebbe sentirsi obbligato ad andare a Messa perché altrimenti fa una grave mancanza e rischia l’inferno, secondo quanto afferma il catechismo. Se Dio è dentro di noi non abbiamo bisogno di cerimonie e orpelli. E magari i fedeli sono costretti a subire la predica moralistica di un sacerdote che il giorno prima è andato in una casa squillo o ha concupito un giovane seminarista o ha, addirittura, abusato di un bambino.

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