martedì 22 aprile 2014

Swami Satyananda e il Tantra Yoga


 Per raggiungere il risveglio della kundalini, swami Satyananda, che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente, insegnava 17 Kriya dei cento che ha raccolto da diverse scritture antiche. Sono esercizi difficilissimi che presuppongono una lunga e dura pratica di Hatha Yoga, di pranayama e ore e ore di meditazione. Paramahansa Yogananda ha avuto il compito dal suo maestro di portare queste tecniche, in parte semplificate, agli occidentali. Lo yoga spirituale secondo la Bhagavad Gita si basa sulla devozione, sulla costante presenza di Dio, sul servizio all’umanità.

Il maithuna, l’unione tra uomo e donna, avviene dopo mesi di preparazione e dopo lunghe meditazioni su un mandala o su uno yantra. Ed è essenziale la non dispersione del seme da parte dell’uomo. Non è contemplata la parola orgasmo che viene  utilizzata, invece,  da un tantrico come Rajneesh che usa spesso nei suoi libri l’espressione “orgasmo cosmico”. Perché allora nei testi sacri di tutte le maggiori religioni si parla di castità, come della via privilegiata per raggiungere Dio? La castità è uno dei voti principali sia per i sacerdoti cattolici che per i  rinuncianti  induisti.

Swamj Satyananda (nato nel 1923 in una piccola città vicino ad Almora, ai piedi dell’Himalaya), seguace di Swami Shivananda, ha fondato nel 1963 la Bihar School of Yoga. Negli ultimi dieci anni ha vissuto in ritiro sull’Himalaya.  Lo swami insegnava lo yoga tantrico, che comprende anche il kundalini yoga, il Krya Yoga e il Mantra Yoga. Si racconta che il giorno della sua morte (il 5 dicembre 2009), a 86 anni,  abbia radunato i suoi allievi  annunciando l’ intenzione di lasciare il corpo. Si è seduto in meditazione ed è morto consapevole, come tutti i grandi yoghi. 

Vorrei condividere gli appunti presi  durante la conferenza di Swami Satyananda nel 1984.(Continua..)


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