lunedì 16 maggio 2011

Panikkar: la felicità e il potere

Continuo la sintesi delle idee di Panikkar che più mi hanno colpito. Non intendo assolutamente avere la pretesa di riassumere l’ immenso pensiero del filosofo-teologo.


L’uomo vuole la felicità. Nell’essere umano però c’è un’altra passione opposta: il potere.

Buddismo: cammino di salvezza. E’ religione, è filosofia, fa a meno del teismo. Non c’è Dio.

Si possono fare pellegrinaggi sulla terra senza guardare verso il cielo, basta guardarsi dentro, scoprire il divino dentro di noi. Religione dell’immanenza pura.

Le altre religioni puntano sul futuro, sulla trascendenza. Se non c’è futuro, è il momento che diventa importante, complementare, e fa da contrappeso al trascendente puro. Il “come” è l’arte della vita e la vita è l’arte dell’impossibile.


Non ho fatto un cocktail di varie religioni.

Le religioni non sono oggetto di esperimenti. L’esperienza conta. Induismo, buddhismo, cristianesimo, ortodossi. Nessuna religione, nessuna cultura è autosufficiente. Nessuna religione ha il monopolio de “La religione”.

“Ama l’altro come te stesso”. Amare l’un l’altro e imparare l’uno dall’altro. Saper ascoltare è un’ arte. Disciplina. Non so ascoltare se sono pieno di me. Se ho già la risposta, se non ho fatto silenzio dentro di me.

Saper ascoltare è la grande saggezza di oggi : è una grande rivelazione.

(La gioia di essere invitati al banchetto della vita,l’amore e la gioia di questa donna malata, la superficialità nella teologia.)


Fede nuda: accettare la vita. L’uomo, invece, non fa che alienare il presente proiettando tutto nel futuro. La vita è molto più profonda: gioia e sofferenza vanno insieme. La sofferenza è la sveglia esistenziale per raggiungere Dio.

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