giovedì 26 maggio 2011

Annus horribilis

Prendo a prestito il termine dalla regina Elisabetta. Il mio personale anno orribile è stato il 1982 . Racchiude molti eventi negativi. Se si sopravvive, si rimane segnati per sempre.


1) Gennaio 1982. Parte la cassa integrazione a cui seguiranno 4 anni di disoccupazione. Figlio a carico, nessun aiuto economico.


2) Gennaio 1982. E’ in corso lo sfratto esecutivo, per necessità del proprietario. L’ufficiale giudiziario mi concede una serie di proroghe; ho sempre paura di trovarmi i mobili per strada. In commissariato giacciono una pila di pratiche. La precedenza è per gli sfratti per morosità, mi dicono. Aspetto una casa dal mio ente di previdenza, a canone agevolato ( ieri, oggi non è più così) , ma c’è sempre qualcuno raccomandato che mi frega, nonostante lo sfratto esecutivo sia una priorità. Alla fine ci riuscirò ( febbraio 1985).


3) Febbraio 1982. Finisce la storia d’amore più importante della mia vita, durata sei anni. La scelta era sopravvivere o morire di dolore. Troppe infedeltà, discussione aperta, sofferenza atroce.


4) Agosto 1982. Muore mio padre a 67 anni. Rapporto difficile, tante incomprensioni, mitigate soltanto negli ultimi tempi. Ho impiegato anni per digerire i due lutti. Spesso mi svegliavo la notte piangendo perché sognavo l’uno o l’altro.


5) Settembre 1982. Kathmandu. Febbre alta, nausea, vomito, mal di pancia, diarrea, fegato ingrossato. Il medico ayurvedico, segnalato dall’ambasciata italiana, parla di epatite virale. Mi dà un po’ di medicine e dopo qualche giorno riparto. In Italia l’antigene australe (epatite C) è negativo. Molti anni dopo scopro che ho avuto l’epatite A. Non curata, mi ha lasciato un fegato molto delicato.


6) Ottobre 1982. Tre violente coliche epatiche (ma non ho calcoli).


7) Dicembre 1982. Mi opero alla tiroide. Il chirurgo asporta il lobo sinistro, per fortuna mi salva le corde vocali permettendomi così di continuare a lavorare con la voce. L’anestesia totale, lunga e pesante, dà una mazzata definitiva al mio fegato. Impiegherò tre anni per recuperare un po’ di vitalità.


Una postilla. ( Nel 2007 un altro chirurgo mi asporta anche la parte destra della tiroide e per errore mi taglia il nervo ricorrente di sinistra , così la mia voce- considerata dai colleghi calda e sensuale- da quel giorno è bassa e rauca. La voce è l’identità di una persona. Non a caso, quando cambia il doppiatore di un attore straniero famoso, facciamo fatica ad abituarci. Non ho potuto più lavorare, e per un anno ho pianto tutti i giorni. Mi sono isolata per non sentire la mia voce, che considero sgradevole, ma anche perché faccio fatica a parlare. E’ cambiata totalmente la mia vita. Sono stati cancellati tutti i miei progetti.) Chiudo parentesi.

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