venerdì 18 marzo 2011

L’accanimento terapeutico

E’ giusto che lo Stato imponga a un cittadino l’alimentazione e l’idratazione forzata?

Un malato terminale, con sofferenze atroci, deve poter scegliere una morte dolce anche se questo - mi sono chiesta- potrebbe andare contro la legge del karma. Se la sofferenza è un debito da pagare, si può rinviare ma non eludere. Sull’accanimento terapeutico si sono espressi a suo tempo Pio XII e Gandhi. Gandhi sembrò ammettere in circostanze del tutto particolari, e con il pieno consenso del malato, l’eutanasia. (Young India,18 novembre 1926).


I casi di coma prolungato per molti anni devono essere trattati con estremo rispetto per il malato e per la famiglia che soffre con lui e più di lui. Quando il corpo viene tenuto in vita da macchine è giustificato l’accanimento terapeutico? Ricordiamo il caso straziante di Eluana Englaro. Grazie alla battaglia civile del papà di Eluana, Beppino, e dopo una sentenza della Corte di Cassazione si arrivò a interrompere l’alimentazione forzata dopo 17 anni. Le lotte intestine dei partiti e l’intervento pesante della Chiesa trasformarono questo caso umano in una battaglia politica, divisero il paese in due fazioni contrapposte, furono dette parole senza senso e senza rispetto per la ragazza. Fu un caso politico- mediatico degradante e avvilente per un paese civile.


Per impedire il ripetersi di situazioni simili sarebbe urgente approvare la legge sul testamento biologico. Sarebbe un segno di civiltà per un paese occidentale. Ognuno di noi ha il diritto di decidere sul fine vita. Ognuno di noi deve poter scegliere, in caso di incoscienza, sull’accanimento terapeutico e l’alimentazione forzata. Ci sono le basi per un progetto legislativo rispettoso della volontà del malato, progetto duramente osteggiato dalla Chiesa e dai politici di area cattolica. Il governo ha predisposto, invece, un disegno di legge ( che sarà discusso in questi giorni in Parlamento) che non lascia nessuna libertà di scelta al malato. Le sue volontà, espresse a voce o per iscritto, non saranno vincolanti per il medici. Quindi, se per disgrazia si rimane in stato vegetativo, in stato di coma permanente irreversibile, sarà lo Stato a disporre del nostro fine vita. Non si potrà mai rinunciare all’idratazione e all’alimentazione forzata. Un progetto autoritario che sta seminando qualche perplessità anche nel centro destra, e c’è chi sostiene: meglio nessuna legge che una legge sbagliata.



La nostra Costituzione, in merito alla salute, afferma che :” la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.” In tutto il mondo occidentale - Olanda, Belgio, Danimarca, Spagna, Germania, Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna - esiste in vario modo una legge o un principio di giurisprudenza che rispetta il principio di autodeterminazione per il fine vita.


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