domenica 17 aprile 2011

L’egoismo del contemplativo

A volte il cammino spirituale, il cammino del contemplativo, proprio perché si basa sulla solitudine, sull’isolamento, rischia di potenziare l’ego. Soltanto il rapporto interpersonale costringe a modifiche profonde del carattere. La persona che tende alla perfezione è quella che evolve armonicamente su tutti i piani. Esistono individui che hanno un alto livello intellettuale e culturale ma dal punto di vista affettivo o psichico sono immaturi, infantili. L’innamoramento mette in moto meccanismi insospettati e insospettabili.


Vivere tutti i giorni con una persona ti costringe a rimetterti in discussione continuamente, a confrontarti con l’altro, con i desideri dell’altro, con le sue abitudini, le necessità, i vizi. C’è un contraddittorio continuo, stimolante, a volte doloroso e lacerante, con un essere reale. Il rapporto a due, in genere, provoca questa crescita della personalità, ma esistono anche rapporti intensi, logoranti, distruttivi, e allora siamo di fronte a situazioni malate, patologiche. Allora, chi deve dedicarsi soltanto allo spirito e a Dio non deve occuparsi delle cose terrene? Deve vivere isolato dal mondo, anche se nel suo paese c’è una dittatura, ci sono ingiustizie? Deve assistere impassibile alle atrocità senza intervenire? Soltanto i monaci, i mistici, sono destinati a raggiungere Dio? Quale sarà, allora, il destino del resto dell’umanità?

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