venerdì 22 marzo 2013

Allahabad (Prayag) Kumbh Mela 10 febbraio 2013




Un’onda sonora attraversa lo spazio per chilometri. Un’onda sonora che raccoglie le preghiere di milioni di fedeli. Vecchi, donne, uomini camminano spediti verso la meta: il Sangam una striscia di terra e sabbia che si incunea tra il Gange, lo Yamuna e il fiume mistico sotterraneo Sarasvati. Portano sacchi sulla testa, le loro povere cose, necessarie  per dormire e mangiare all’aperto. Molti trovano rifugio nei  templi, allestiti lungo la strada dai vari gruppi religiosi che aderiscono a una scuola yoga o a un guru. E’ una sequenza ininterrotta di colori sgargianti e gigantografie.





















Sono chilometri di sabbia e terra calpestati ogni giorno da milioni di fedeli che si affrettano a raggiungere il punto sacro, il Sangam dove la madre Ganga  incontra il fiume Jamuna  e il  fiume mistico  Sarasvati.  Tutti si affrettano per arrivare in tempo per  il 10 febbraio (Mauni Amavasya, il giorno del silenzio), un giorno benedetto dagli astri, (la luna nuova collegata a Shiva, il dio della meditazione). Tuffarsi nel Gange in questo giorno  vuol dire  purificarsi dal karma passato, interrompere il ciclo delle rinascite, porre fine alla sofferenza.


 Il luogo predisposto per il bagno è un brulicare di gente:  si arriva, ci si  ferma a pregare e a fare abluzioni. Una mamma con due gemelli, un maschio e una femmina, li tuffa nell’acqua,  i piccoli riemergono piangendo forse per l’acqua fredda e per il bagno inaspettato. Pochi mesi di vita, eppure il rito  di purificazione è stato considerato necessario anche per loro.















Di notte tutta l’area del Kumbh Mela è illuminata da mille luci. Una striscia di luce attraversa per chilometri le sponde del Gange. Una città fatta di tende, nata per il grande Kumbh Mela che si rinnova ogni dodici anni. Il Gange si attraversa su  decine di ponti mobili, allestiti per l’occasione, sono  enormi contenitori di ferro legati tra loro, le barche vi passano sotto. All’imbrunire  si vedono migliaia di uccelli  sfiorare l’acqua.
























 Lungo il Gange pali di legno delimitano le zone dove  ci si può immergere, servono per proteggere i fedeli da possibili incidenti. Il corso del Gange è inarrestabile, veloce,  in alcuni punti vi sono mulinelli d’acqua. Certamente pericoloso, anche se in questa stagione che precede i monsoni, si  incontrano molte secche e le barche, per lo più fatiscenti, vengono  trainate a mano con una corda dal  barcaiolo.














Ogni notte si prega e si ode incessante in lontananza il coro di mille mantra che si fondono tra loro, ma la notte del 10  febbraio,  i canti sono così potenti che anche a distanza di chilometri, è impossibile dormire. Un canto di milioni di persone  vibra nell’aria: una preghiera  che  sale al cielo dalla terra,  rivolta a un unico Dio che ha nomi diversi in ogni nazione di questo piccolo pianeta. Un fuoco d’amore.  Pace, salute, lavoro, tante richieste quanti sono i fedeli che pregano.  Ognuno   ha la sua personale grazie da chiedere. Sarà ascoltato?




L’area del Kumbh Mela è enorme, decine di chilometri quadrati; è stata delimitata e interdetta alle auto ma c’è sempre qualche macchina o qualche moto che ha un permesso speciale. Per arrivare al Sangam dall’ ashram che ci ospita, su un’altura che domina il Gange, alla periferia di Jhusi, un villaggio ai limiti di Allahabad, si attraversa il ponte 2 e si torna indietro con il ponte 1.  Ore di cammino.  Ma ci sono decine di accampamenti allestiti lungo le due rive del Gange che ospitano sadhu, naga, guru, pellegrini che sono molto più distanti dal Sangam e le ore di cammino si moltiplicano.




Le decine di ponti  mobili, che collegano le due rive del Gange, sono come tante  strade a senso unico  sospese sull’acqua. In ogni angolo si vedono soldati  e poliziotti, anche armati, con l’arduo  compito di dirigere il traffico di questa marea umana e dare informazioni, ma  è  difficile controllare quel  fiume inarrestabile di persone che a volte rischia di travolgerti. Lungo le strade di terra, una fitta  polvere ti avvolge insieme a un fumo acre, e  non basta uno scialle intorno al viso  per proteggersi dalla pollution. A destra e a sinistra del percorso si trovano  migliaia di piccoli negozi che offrono oggetti devozionali o cibo.




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