Cristo è nato nella culla della tenerezza. L'amore è un potere più grande dell'odio. Qualunque cosa tu dica, dilla con amore. Non ferire nessuno. Non giudicare gli altri. Non odiare nessuno, ama tutti;vedi Cristo in tutti. Pensa di ogni cosa in termini di universalità.
lunedì 24 dicembre 2012
Christmas
Cristo è nato nella culla della tenerezza. L'amore è un potere più grande dell'odio. Qualunque cosa tu dica, dilla con amore. Non ferire nessuno. Non giudicare gli altri. Non odiare nessuno, ama tutti;vedi Cristo in tutti. Pensa di ogni cosa in termini di universalità.
sabato 22 dicembre 2012
L’Ego e i suoi Condizionamenti
Il potere del pensiero
venerdì 21 dicembre 2012
La rinuncia
Canto dello spirito
domenica 2 dicembre 2012
Perseveranza
Volontà
mercoledì 24 ottobre 2012
Detroit
Nelle piccole cittadine, Novi, Southfield, Northville, Royal Oak e tante altre nate attorno alla città dell’auto, tutto è pulito, lindo. Ognuno ha la sua casa con i fiori più belli. I giardinieri del comune ogni lunedì mattina tagliano l’erba nei giardini pubblici. Le strade diritte e larghe sono circondate da prato all’ inglese.
Il Michigan è lo stato dei laghi. Ce ne sono anche piccoli, ognuno con il suo gruppo di animali e uccelli abituali: oche canadesi, papere, scoiattoli, procioni. Ho osservato spesso un uccello tutto bianco, dal collo lungo e sottile, come il becco. Si fermava sempre al limite del lago, immobile, quasi a confondersi con la vegetazione, ma appena avvistava la preda, tuffava il becco nell’acqua, poi riprendeva la sua posizione mimetica. Al tramonto le oche canadesi si radunano emettendo un richiamo, poi si alzano in volo e vanno a dormire altrove. Di giorno tornano le papare che arrivano planando sull’acqua.
Accanto alle grandi metropoli, dalla vita convulsa, è possibile trovare negli Stati Uniti spazi immensi, deserti, campagne e piccole città, dove il tempo sembra si sia fermato. Ed è il fascino di questo grande paese.
sabato 6 ottobre 2012
Il silenzio
J.Oliver Black
venerdì 5 ottobre 2012
Song of Morning
giovedì 26 luglio 2012
Obbedienza e libertà
lunedì 18 giugno 2012
Addio Chiara, anzi arrivederci
Avevo scritto così nel mese di aprile. Ora hai lasciato questa terra con un sorriso e stai calpestando i prati di altri mondi. Addio Chiara, anzi arrivederci!
lunedì 21 maggio 2012
Cancro: consigli pratici
Dieta contro il cancro
giovedì 10 maggio 2012
Chiara
Lettera a un padre e a una madre
sabato 5 maggio 2012
Medjugorje: il ritorno a casa
mercoledì 2 maggio 2012
Sulle colline di Medjugorje
Perché Medjugorje
sabato 28 aprile 2012
La veggente Mirjana
martedì 13 marzo 2012
“Abbandono alla Provvidenza Divina”
Il libro di Jean-Pierre de Caussade mi è stato regalato da Hélèn Erba Tissot il primo luglio del 1982 con una dedica molto affettuosa. Padre de Caussade, della Compagnia di Gesù, nato il 7 marzo del 1675, era stato per anni guida spirituale, predicatore, in diversi conventi francesi. Come guida spirituale aveva indirizzato diverse lettere alle suore del convento delle Visitandine di Nancy. Lettere che sono state poi raccolte e pubblicate nel 1861. La prefazione del libro è di Ernst Bernhard, e questo spiega perché Hélène me lo regalò nell’anno più duro della mia vita, ma questo non lenì la mia sofferenza.
Ho estrapolato alcune frasi che spiegano il senso del libro.
“Ognuno deve seguire la via che gli è tracciata. La perfezione consiste nel sottomettersi pienamente all’ordine di Dio”.
“La santità consiste dunque nel volere ciò che ci capita per ordine di Dio”.
”La fede è l’interprete di Dio. La fede dà un volto celeste a tutta la terra. La fede è la luce del tempo”.
”La fede non vuole prove, e coloro che hanno bisogno di prove hanno meno fede”. Un’anima santa non è che un’anima liberamente sottomessa al volere divino con l’aiuto della grazia “.
“Dio istruisce il cuore non per mezzo di idee ma per mezzo di pene e avversità”.
“Così è attraverso avversità continue e una lunga serie di mortificazioni di ogni tipo, di prove e di spoliazioni che uno si stabilisce nel puro amore. Bisogna giungere al punto che tutto il creato non sia più nulla e Dio sia tutto.”
“E Dio toglie tutto a queste anime tranne l’innocenza, perché esse non abbiano altro che lui solo.”
”L’arte dell’abbandono non è che l‘arte di amare, e l’azione divina non è che l’azione dell’amore divino.”
Sottomissione totale alla volontà divina, dunque, annullamento della propria personalità, pene e umiliazioni, il libro segna il cammino che porta alla santità. Un cammino difficile per un religioso, tanto più difficile oggi per un laico che aspira alla spiritualità.
Ernst Bernhard, nella sua prefazione, lo descrive come un processo di integrazione della coscienza, molto simile al Bhakthi yoga indiano o al Taoismo, ma simile anche al processo di integrazione della coscienza dell’uomo moderno, il “processo di individuazione”, come lo definsce Jung.
“Il lato generico e dogmatico - pur restando sempre alla base di quest’opera- passa decisamente in secondo piano di fronte all’anelito verso un’esperienza religiosa individuale”, spiega Bernhard.
E poi conclude così la prefazione: “ Meta ultima di questo processo- dopo la debita assimilazione dei contenuti psichici rimossi nell’inconscio alla responsabilità della coscienza attuale – è appunto il raggiungimento di quella trasformazione dell’io primitivo ed ascrivente tutto a se stesso, la quale scaturisce dalla integrazione della coscienza attraverso l’esperienza vissuta del fino allora inconscio costante operare del “Sé” (Selbst) o “Imago Divina” (Dio, Cristo, Divina Provvidenza, Atman, Purusha, Tao o come altrimenti lo si denomina) nell’anima e nel destino dell’uomo, - trasformazione che lo spirito cinese nell’I King così definisce:
“Il benigno lo scopre (il Tao) e lo chiama benigno.
Il saggio lo scopre e lo chiama saggio.
L’uomo inconscio vive di lui giorno per giorno e non
se ne accorge”.
“O descrivendo la stessa trasformazione con una espressione Paolina:
”Vivo, ma non più io;
vive invece Cristo in me”.
Il libro “Abbandono alla Divina Provvidenza” di Jean-Pierre de Caussade è pubblicato dalla Casa Editrice Astrolabio.
Domande sul libro “ Io e Dio”
Riflettendo ancora sul libro del teologo cattolico Vito Mancuso, “Io e Dio”. Non riesco a immaginare il Dio personale, misericordioso, di cui parla la Chiesa cattolica, pronto ad aiutare i suoi figli in difficoltà. E non riesco ad immaginare nemmeno il Dio paterno di cui parlano alcuni yogi indù. Dopo aver letto il libro di Vito Mancuso ho ancora alcune domande senza risposta.
1) Dio ha fatto l’essere umano a sua immagine e somiglianza, così ci dicono le sacre scritture. Se l’uomo e la donna sono identici a chi li ha creati, il male che alberga nei loro cuori proviene da Dio.
2) Dio è onnisciente, anche questo viene asserito dalle sacre scritture. Quindi Dio sapeva, ben prima di creare l’essere umano, che gli uomini si sarebbero macchiati nei secoli di crimini orrendi: guerre, pulizia etnica, olocausto, genocidio.
Perché Dio ha voluto continuare nella sua opera, sapendo che ci sarebbero state così tante vittime innocenti? A noi mortali appare una scelta egoistica, narcisistica. Ho sentito dire da qualche sacerdote che Dio si sentiva “solo”!
Qualsiasi madre, se avesse potuto conoscere il futuro del proprio figlio, e avesse visto con certezza il pargolo diventare un tiranno, colpevole della morte atroce di milioni di persone, come Hitler, avrebbe sicuramente preferito rinunciare al concepimento. O, almeno, è quello che avrei fatto io.
sabato 21 gennaio 2012
Io e Dio
L’ultimo libro di Vito Mancuso, interessante e accurato come sempre, intitolato “l’Io e Dio”, ci mostra come sia difficile, e spesso doloroso, il confronto tra l’ Io e Dio. Dopo 400 pagine in cui Mancuso mette a nudo tutte le contraddizioni della Chiesa, dei Vangeli, dei vari Pontefici, tutte le ignominie perpetrate nei secoli, come la Santa Inquisizione e lo scandaloso comportamento di alcuni Papi, alla fine, nelle ultime 40 pagine, spiega perché si dice ancora cristiano e considera la Chiesa la sua chiesa.
Vito Mancuso è un cattolico moderno, aperto, che non teme di contrapporsi alle posizioni autoritarie e anacronistiche della Chiesa in materia di bioetica e sessualità. Aperto anche alle altre religioni, purchè “ l’uomo viva dentro di sé e fuori di sé il bene e la giustizia”. A lui va il merito di aver affrontato puntigliosamente, con dovizia di citazioni e riferimenti, forse anche troppi, i duemila anni di vita della Chiesa, dagli Atti degli Apostoli al Catechismo di oggi, dai Vangeli alle varie Encicliche, evidenziandone le contraddizioni e gli errori.
“La fede non è l’obbedienza cieca alla Chiesa…L’esperienza spirituale ha più valore della dottrina… La verità si compie aderendo alla vita buona e alla vita giusta… La verità si compie nell’amore… Mi definisco cristiano ma non solamente cristiano, perché non si può sottovalutare la verità contenua nella ricerca spirituale di tutti gli altri esseri umani.” Queste, estrapolate , alcune sue affermazioni.
E’ plausibile che esista una energia cosmica che permea tutto l’Universo. In varie epoche storiche, e in luoghi molto lontani geograficamente, gli uomini che anelano alla spiritualità hanno dato origine a riti e religioni diverse. Soltanto nel Buddhismo non c’è predicazione che inciti alla violenza e non c’è un dio personale. Nelle altre religioni, il desiderio di supremazia degli uni sugli altri (“Il mio è il vero Dio”) ha portato nei secoli dolore, sofferenza e violenze inaudite.
Aboliamo la supremazia di una religione sulle altre, cancelliamo tutte le conflittualità! E’ mai possibile che nella chiesa della Santa Natività a Betlemme sacerdoti ortodossi e armeni si prendano a bastonate durante le feste di Natale? Dove è finito l’amore per Dio? La misericordia, l’ascesi verso il soprannaturale? Se non ci riescono dei preti a superare l’odio, la violenza, come possiamo chiederla ai comuni cittadini?
Tra migliaia di anni, se la terra resisterà alla distruzione programmata dagli uomini, forse i vari culti religiosi finiranno per essere unificati. Il bisogno di sacro mostrerà a cristiani, mussulmani, ebrei, indù, e a tutte le altre confessioni religiose, che esiste un unico Essere Supremo, Energia Suprema, Logos, a cui ognuno conferisce un nome diverso. Soltanto allora riusciremo ad avere una pace durevole su questa terra martoriata.