Tutti
noi conosciamo la storia del principe Siddharta, egli abbandonò il regno, la ricchezza, la moglie e il
figlio e dopo un periodo di dure
pratiche ascetiche si convinse che soltanto la via di mezzo, un sentiero che sta tra l’ ascetisno e
l’indulgenza ai piaceri dei sensi, può portare all’Illuminazione.
Al
posto di “io sono”- dice Thich Nhat Hanh - dobbiamo imparare a
dire io inter-sono, con tutti gli altri esseri umani e con la natura,
che va protetta. Causa ed effetto nascono insieme, ogni cosa è il risultato di
cause e condizioni molteplici. Causa ed effetto inter-sono. Cosa c’è dietro un
semplice tavolo, si chiede il
monaco? C’è l’ albero, il sole,
la luce, la pioggia, il legno, il
lavoro di un falegname. E ognuna di queste cose è prodotta da altre condizioni.
Il microcosmo e il macrocosmo. Se guardiamo un fiore, questo è parte della
nostra coscienza.
I
concetti di identità e sofferenza vanno abbandonati, come l’avidità e
l’attaccamento, altrimenti -dice il monaco buddhista- rimaniamo prigionieri
delle idee e delle percezioni. IL Buddhismo è privo di dogmatismi. “Dovete
essere liberi, perfino dagli insegnamenti del Buddha,” ripete. Sono
soltanto strumenti per la
liberazione. Le idee sono alla base di ogni attaccamento. Causa ed effetto
nascono insieme. Ogni cosa nasce
in seguito a varie cause e condizioni
. “Questo è perché quello è”. Bellissima espressione….
Quando
l’ignoranza si riduce, si riducono anche il desiderio, l’odio, l’oorgoglio, il
dubbio. L’attaccamento e
l’ignoranza producono il desiderio. “Dalla presenza mentale sorge la chiarezza
della coscienza. Dentro la
coscienza c’è l’ignoranza ma anche il seme del risveglio e della presenza
mentale. Se accendiamo la lampada della presenza mentale, questa farà
scomparire l‘oscurità”, scrive Thich Nhat Hanh. La chiarezza porta al
Bodhicitta, l’aspirazione a raggiungere l’Illuminazione per salvare gli altri
esseri viventi. La caratteristica
del bodhisattva è la libertà.
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