Il film L’occhio del diavolo di Bergman narra la storia di Belzebù che manda sulla terra Don Giovanni con un altro diavolo per conquistare l’anima di due donne, la moglie e la figlia di un pastore. Ci mettono del tempo ma alla fine ci riescono. Il bello è che i due poveri diavoli — è proprio il caso di dire — si innamorano delle due donne. Il tema del demonio era molto caro alla Chiesa nel Medioevo; oggi è tornato di moda. Ne ha parlato anche Giovanni Paolo II. Ma il diavolo non potrebbe essere la nostra ombra, come la chiama Jung? Nel Bardo Thödöl, il Libro tibetano dei morti, l’anima del defunto è accompagnata per quattordici giorni da preghiere particolari che l’aiutano ad affrontare i suoi demoni, poiché i demoni sono soltanto la proiezione della sua psiche, del suo inconscio. Nella letteratura i demoni catturano l’anima promettendo la vita eterna. La natura dell’uomo è fatta di luce e di ombre. Il male è dentro di noi, come il bene è in noi; non è qualcosa che ci cattura dall’esterno. Ma l’ombra è il rovescio della medaglia, della luce; come il male è il contrario del bene, la notte del giorno, il freddo del caldo.Da dove viene allora il male? Lo manda Dio come prova? Nella preghiera del Padre nostro, infatti, si dice: “non ci indurre in tentazione”. In tutte le religioni c’è una figura malefica che tenta l'uomo; ha soltanto nomi diversi. Pare si accanisca soprattutto con coloro che sono votati alla santità. Furono tentati i Padri del deserto, fu tentato anche il Buddha prima dell'Illuminazione. Durante l’Illuminismo, il Positivismo, si sorrideva al pensiero del demonio con le corna e la coda. Oggi se ne torna a parlare con rispetto e consapevolezza. Potremmo dire che il diavolo è tornato di moda? Gandhi preferiva sottolineare che i soli demoni del mondo sono quelli che corrono dentro i nostri cuori.
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