Nel settembre del 1989 mi recai a Los Angeles. Era il primo viaggio dopo una lunga e dolorosa malattia. Lo desideravo molto, ma temevo di non farcela fisicamente. Era la mia prima volta negli Stati Uniti, ero sola, con il mio inglese scolastico, dovevo cancellare un periodo negativo e ritrovare la forza spirituale per andare avanti. Il primo appuntamento fu a Mount Washington, l’ ashram fondato da Yogananda. Nel 1920 Yogananda aveva scelto proprio Los Angeles come casa madre internazionale della Self-Realization Fellowship. Quando arrivai, dopo aver visitato l’ashram e il giardino, chiesi di parlare con Sister Namita, lei è italiana- pensai -non dovrei avere difficoltà ad esprimermi. Le chiesi se era possibile incontrare Daya Mata, anche per pochi minuti. Mi rispose gentilmente che non era possibile, avrei dovuto avvertirla con qualche giorno di anticipo, forse la prossima volta, il prossimo viaggio, mi disse.
Ero ancora frastornata dal jet lang e non avevo pranzato. Andai in giardino e mi sedetti su una panchina in un angolo di verde, forse un po’ delusa. Una suora sorridente mi portò alcuni sandwhich vegetariani e mi lasciò sola con la mia testa confusa e le mie paure. Presi il primo sandwhich, stavo per portarlo alla bocca e dare il primo morso quando avvertii forte una presenza accanto a me. Senza capire ciò che mi stava succedendo, cominciai a piangere a dirotto mentre ripetevo mentalmente :“Yogananda aiutami, Yogananda aiutami”. Mi trasferii poi per un ritiro di una settimana a Encinitas. Quando scesi dal treno Los Angeles-Encinitas, un uomo mi aiutò con la valigia, sul suo braccio notai il braccialetto di oro argento e rame della SRF. Mi sembrò di buon auspicio. Il viaggio, infatti, proseguì per un mese senza intoppi o incidenti, fu perfetto. Quando tornai a Los Angeles per la Convocation del 1993, per festeggiare i cento anni dalla nascita di Yogananda, vidi Daya Mata da lontano, durante la sua conferenza.
Daya Mata aveva conosciuto il suo Guru, Yogananda, per la prima volta nel 1931 a Salt Lake City ed era rimasta folgorata dall’amore divino che emanava. Era diventata sua discepola ed era entrata nell’ashram a diciassette anni. Daya Mata ha lasciato il corpo il 30 novembre 2010. Una vita intera dedicata a Dio e al suo Maestro, Yogananda.
Il cammino spirituale appare più facile quando il cuore brucia di un fuoco interiore. Non a caso, si parla di chiamata, vocazione, grazia divina; certamente il percorso è più doloroso e lungo quando l’essere umano è schiacciato da dubbi e incertezze e oppresso dai doveri della vita quotidiana.
Nessun commento:
Posta un commento