E’ sempre un’esperienza intensa, commovente, profonda, la
cerimonia del Krya Yoga. Venti anni fa, qui a Los Angeles, durante la
cerimonia, ho pianto per tutto il tempo, pregavo per una persona a me molto
cara: sul suo orizzonte
incombevano nuvole nere. Questa
volta sono serena, grata al Guru per essere qui. Riconoscente per la sua
benedizione. Mi commuovo al canto “Roses Roses”. Succede ogni volta. Mi cadono addosso tanti petali di rose: una pioggia profumata dai colori diversi. Ne
raccolgo parecchi, li porterò con me come ricordo di un evento speciale.
Un giorno una suora incontra un uomo che le chiede:”Come mai
è così radiosa?” Lei risponde: “L’amore per Dio e la meditazione”. L’uomo
replica: “Dio non esiste. Se avessi tempo le farei cambiare idea”. “Se io
avessi tempo le farei cambiare idea- replica la suora- mi dispiace , ho un
appuntamento.”
La felicità interiore che viene da una profonda meditazione
si riflette sul volto. Il sorriso è contagioso. Paramahansa Yogananda diceva: mettetevi davanti
allo specchio e provate a sorridere. La felicità durevole è quella legata alla
pace interiore. Tutto il resto dà soltanto un appagamento momentaneo e
superficiale.
Una storia divertente ascoltata durante la Convocation. In
un orfanotrofio molti bambini sono
in fila davanti a un tavolo. C’è
un cesto di mele e un cartello con un messaggio minaccioso: “Prendine una sola.
Dio ti guarda!” Alla fine del tavolo c’è un altro cesto con tanti dolcetti. Un
bambino chiede al suo compagno : “Quanti ne posso prendere? L’ altro risponde:
“Quanti ne vuoi, tanto Dio è impegnato a guardare le mele”.
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