“C’era un congresso dell’Unesco nelle Filippine. Ci andai
come osservatore, scrissi qualcosa per diversi giornali. Il congresso era
“sulle grandi religioni del mondo”. Era un pretesto per allontanarmi da casa.
Ho conosciuto in quell’occasione persone molto interessanti. Filippine
Giappone, e finalmente l’ India.
Erano i primi giorni di gennaio del 1960.
Ero arrivata a Pondicherry per Sri Aurobindo.
La prima cosa che ho fatto è stata
andare subito al Mahasamadhi, ero profondamente commossa. Ho sentito finalmente che ero
arrivata, che questo luogo avrebbe
cambiato per sempre la mia vita. Ero venuta per ringraziarlo, mi aveva aperto
la vita, gli orizzonti. All’inizio non capivo bene che ruolo avesse Mère. Aveva organizzato bene l’ashram
per consentire ad Aurobindo di scrivere. Avevo trovato l’ashram pieno di foto
dei piedi di Mère. Qualcuno mi suggerì di comprare una foto di Mère perché
mi avrebbe portato bene. Mère aveva vissuto vicino ad Aurobindo per 33 anni. Ho
pianto. Pensavo:“Se le cose qui non andranno bene, dove mai potrò andare, non ci sarà nessun altro
posto per me nel mondo.”
Il 29 febbraio
del 1960, era il primo anniversario della discesa della supermente
(illuminazione) di Mère. Durante la cerimonia ho visto Mère per la prima volta. Nell’aereo, venendo dal
Giappone, l’avevo vista in visione
che mi aspettava con la mano tesa, portava sandali giapponesi. Mi sono
trovata davanti a Mère e sono rimasta paralizzata. Ero la prima persona
della fila. C’erano migliaia di persone dietro di me.
Dopo quel primo incontro l’ho vista in privato, da sola. Ero
felice, mi aspettava. Quando l’ho vista mi sono messa a piangere e dicevo senza
pensare:”Ti conosco già”. Nel 1960, quando l’ho conosciuta, Mère aveva 84
anni. Nel 1973, quando è morta, aveva 96 anni. Aveva una grande lucidità. Ha
giocato a tennis fino a 80 anni, aveva una pelle color albicocca. Negli ultimi
quattro anni il fisico aveva perso
di tono. E’ stato un abbandono cosciente.” continua …..
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