Continua a tenere ferma la percezione del Sé. “ Uomo, il tuo
vero Sé è qualcosa che il fuoco non
può bruciare, le armi
ferire, l’acqua bagnare, il vento asciugare. Non è nato, è eterno, permanente,
oltre il tempo. Tu sei nella vera
natura. Senza nascita e morte, oltre lo spazio e il tempo, oltre la fame e la
sete. Questo è il tuo vero Sé.” Con questa consapevolezza pratica lo yoga,
asana, pranayama, yoga nidra e mudra. Questo dice in sintesi Krsna ad Arjuna
nel secondo capitolo della Bhagavad Gita.
Io faccio
questo con il mio corpo fisico, io sono un centro radiante di consapevolezza, faccio queste
pratiche perché mi possono portare
sull’autostrada della vita, con lo scopo di raggiungere prima Dio. Questo è il
mio veicolo, lo devo tenere in forma e in salute. Pratico questo con uno scopo
specifico. Le asanas sono un’offerta allo Spirito. Prima di iniziare le asanas unite le mani e inchinatevi.
Fate lo stesso alla fine.
Nel karma yoga, quando
servite i genitori, gli anziani, quando lavorate, in colui che state servendo, in quell’
essere c’è lo Spirito Universale. Nel decimo capitolo della Bhagavad Gita si
parla dello Yoga spirituale:“ Io sono il Sé che risiede nell’intimo di tutti
gli esseri, io sono il principio, il mezzo, la fine di tutti gli esistenti.”
Tutte le cose viventi hanno la presenza divina dentro di loro, che sia un fiore, una foglia, un insetto. Ogni
cosa è espressione dello Spirito
Universale. L’intera manifestazione è espressione dello Spirito Cosmico.
Nell’undicesimo capitolo, questa consapevolezza, questa
percezione è la spiritualità dello yoga. “Se tu pensi, o Signore, che io possa
vederlo, allora, o Signore dello Yoga, fa conoscere a me il tuo Sé imperituro”.
Si può essere praticanti ovunque e in ogni momento. In ogni momento, in ogni
posto, in ogni situazione ci muoviamo con Dio dentro di noi. Puoi fuggire dagli
altri, ma non puoi fuggire dalla presenza onnipresente universale dello Spirito
Divino. E la Bhagavad Gita così descrive il Signore:” Se la luce di mille soli
sorgesse tutta insieme nel cielo potrebbe somigliare allo splendore del Supremo
Essere”.
(Swami Chidananda. Continua.)
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