La meditazione, come atto di raccoglimento interiore per mettersi in sintonia con Dio, non ha nulla a che vedere con le religioni e con le differenze tra le varie religioni. È la voce dell’anima umana che si spinge in alto, alla ricerca di Dio e di una sua risposta. L’unica diversità è nelle tecniche utilizzate che possono essere differenti.
Nella Bhagavad Gita troviamo questo concetto: chi è talmente concentrato sul Sé da diventare una sola cosa con l’oggetto di meditazione, in quel momento sta veramente meditando.
Alcuni anni fa suscitò molte polemiche il documento dell’allora cardinale Ratzinger sulla meditazione. E suscitò altrettante polemiche la sua intervista al settimanale francese l’Express, dove definiva il buddhismo una forma di “autoerotismo spirituale” e la reincarnazione un “ciclo infernale”, anche se poi cercò di attenuare il senso delle sue parole. Intolleranza e mancanza di rispetto uccidono il dialogo tra le religioni, che il defunto Papa Giovanni Paolo II ha cercato di portare avanti con determinazione. La Cittadella di Assisi, tra l’altro, ha pubblicato il libro Dharma e Vangelo, due progetti di salvezza a confronto, gli atti di un incontro interreligioso avvenuto nel 1995. Nello stesso periodo, l’allora cardinale Ratzinger, secondo l’Express, procedeva invece come un “panzer”, per schiacciare la coscienza dei cattolici. Eppure quante suore e quanti sacerdoti praticano la meditazione yoga e quella zen, lontano dagli occhi indiscreti della curia!
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