Continua il dialogo con Hélèn Erba Tissot, psicologa junghiana, seguace di Yogananda, prima che la sua mente perdesse lucidità.
E’ insito nella natura umana. Il Sé è questa cosa preziosa che noi cerchiamo, nascosta, difficile, desiderata intensamente. Altrimenti si può dire:me ne frego!
In tutte le culture c’è la valorizzazione di ciò che è difficile da trovare. Per esempio le perle preziose trovate dopo anni di ricerca. E’ una gioia che non ha prezzo.
Perché in alcuni è sopita la ricerca?
Ci sono esseri umani che non hanno bisogno dell’intensità di ricerca, altri che non l’hanno. Non sono ancora pronti per questo e non possono provare la gioia della “scoperta”. La ricerca di qualcosa che è prezioso è un bisogno profondo dell’uomo. L’essere umano più sensibile non si accontenta delle banalità. I primi pionieri di questa ricerca per un uomo migliore erano pronti a scendere in se stessi come sommozzatori.
C’è nell’essere umano un tesoro nascosto. L’essere intuitivo lo percepisce e quindi scatta la molla per ricercare questo qualcosa di prezioso e raro. Una lunga ricerca sfocia in una grande gioia. La ricerca in se è anche importante. La ricerca del difficile, del nascosto. Pensiamo al gioco infantile dei bambini che nascondono un oggetto per poi ritrovarlo, soltanto per il gusto della ricerca.
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