Durante i miei soggiorni a Dwarahat (YSS-SRF) ho parlato molte volte con Swami Sharananda Giri dei miei doveri di madre e della difficoltà di dover fare da madre e da padre a mio figlio. Swamji mi ascoltava e mi dava molti consigli . Per farmi capire quanto può essere assoluto e distruttivo l’amore materno mi raccontò due storie.
Una donna viveva con il suo unico figlio. Quando questi s’innamorò follemente di una ragazza, la madre disse ai due fidanzati: “Questa è la mia casa , qui comando io”. La ragazza le rispose: “Se sposo tuo figlio qui comando io”. La ragazza un giorno chiese al giovane di portarle il cuore della madre. E lui lo fece materialmente. Uccise la madre e le portò via il cuore. Mentre stava andando a incontrare la ragazza, per portarle in dono il cuore della madre, inciampò, cadde per terra e il cuore gli sfuggì di mano. Il cuore cominciò a parlargli: ”Figlio caro, sono pronta a morire per te cento volte; ma tu ti sei fatto male?”
A proposito dell’attaccamento materno , Swami Sharananda Giri raccontò un’altra storia: due donne sono ai giardini pubblici, chiacchierano tranquillamente tra loro mentre i figli giocano. Uno dei due bambini si fa male e un altro ragazzino va ad avvertire le due donne. Queste immediatamente si precipitarono verso i propri figli per controllare cosa è successo. Una, preoccupata, guarda le ferite del figlio, l’altra dice a se stessa:”Per fortuna non è capitato al mio”.
I figli vanno educati quando sono piccoli e teneri da cambiare, dopo è troppo tardi. Sarà Dio a occuparsi di loro, mi disse un giorno Swami Sharananda Giri. E come figura positiva mi parlò con calore della sua nonna, una donna forte e coraggiosa che metteva pace tra tutti, molto religiosa. Abituava i nipotini, fin da piccoli, a meditare. E’ morta a 96 anni, nel 1952, poche ore dopo aver salutato Swamji che si recava al suo reggimento.
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