Il bagno rituale nel luogo della
confluenza (Sangam) del Gange con lo Yamuna e il fiume mistico Sraswati,
secondo le scritture vediche, libera il devoto dal ciclo di nascita e morte.
Ma, per i fedeli, partecipare al
Kumbh mela è anche un’occasione unica per approfondire gli insegnamenti
religiosi.
In questo importante raduno, che si
rinnova ogni dodici anni e ogni sei anni nelle quattro città sante, il devoto
ha l’opportunità di incontrare monaci, sannyasi, sadhu, che vivono in luoghi lontani nei loro ashram
oppure isolati sulle montagne dell’Himalaya.
La leggenda del nettare dell’ immortalità, l’amritha, che sta
all’origine della festa religiosa, può essere interpretata oggi come l’occasione per ottenere il nettare della conoscenza, attraverso
i profondi insegnamenti spirituali di saggi e sadhu.
Durante il periodo Kumbh Mela,
infatti, i pellegrini possono ascoltare le parole dei monaci sannyasi,
collegati a Shankarâcharya, fondatore dell’advaïta-vedanta, che vivono
negli ashram, oppure avvicinare i
tanti sadhu che meditano nelle grotte dell’Himalaya. Il Kumbh Mela è l’unica
occasione che li vede insieme, nello stesso luogo, per circa due mesi.
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