giovedì 26 luglio 2012

Obbedienza e libertà



Alla memoria degli italiani uccisi in quanto “eretici”, martiri della libertà religiosa. Testimoni obbedienti del primato della coscienza”.

E’ la dedica inusuale, con cui si apre l’ultimo libro del teologo Vito Mancuso, “Obbedienza e libertà”. E alla fine del volume l’ elenco “provvisorio” degli italiani uccisi in quanto eretici, tra i quali Arnaldo da Brescia, Cecco d’Ascoli, Giordano Bruno, Geltrude Maria Cordovana, Dolcino da Novara. Alcuni  furono uccisi e poi bruciati, altri furono bruciati vivi, perché ritenuti “eretici impenitenti”.

Libro coraggioso. Mancuso usa  parole severe  contro i crimini commessi dalla Chiesa nei secoli. Che cosa è più importante l’obbedienza cieca o la libertà? – si chiede. La risposta è ovvia: la seconda. La ricerca spirituale si fonda su due principi: La libertà della mente e l’amore per la verità. Importante è sfuggire a qualsiasi sudditanza interiore ed esteriore.

San Pio V nel 1561 – ricorda l’autore- fu il mandante delle stragi dei valdesi in Calabria con migliaia di morti e fautore di una politica antiebraica. Eppure fu canonizzato nel 1712. Quanti peccati si deve far perdonare la Chiesa che privilegia il primato dell’ortodossia su quello  dell’ortoprassi!

La libertà di coscienza è stata negata per secoli per garantire il potere papalino: ”Eresia e verità sono contrarie e incompatibili solo per il potere, -sostiene l’autore- ma non lo sono in alcun modo per la ricerca del vero, del bene, del giusto”.

Capire ed apprezzare le ragioni degli altri e le religioni degli altri. Mancuso si augura che sia possibile sostituire l’autorità, concetto cardine della Chiesa,” con l’aria pulita dell’autenticità”; mette in evidenza i limiti e le contraddizioni della dottrina cattolica sul concetto di anima, e afferma il primato della coscienza. Ricorda come il principio cardine di tutte le maggiori religioni è : “Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te” e con parole diverse lo stesso concetto lo ritroviamo nell’induismo, nel buddhismo, nel giainismo, in Confucio, nell’Ebraismo nell’Islamismo e, ovviamente, nel Cristianesimo.
Aperto sulla contraccezione, a differenza dei “teologi moralisti dei palazzi vaticani”, Mancuso affronta con prudenza  i temi di etica e bioetica.

Dio vuole l’uomo libero, eppure  l’ingerenza della Chiesa nella vita politica italiana è stata per decenni pesante. E per ricordare la distinzione  tra politica e religione  Mancuso  ricorda le parole di Gesù:” Date a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio”.  “Mille anni dello Stato pontificio, con i suoi eserciti, le sue monete, i suoi tribunali, le sue condanne, furono anzitutto un tradimento della distinzione evangelica”. Non si negozia la libertà interiore, ma si può scendere a patti nella realtà per raggiungere l’armonia tra gli uomini.  L’autore , alla fine, ricorda i “mali tipici degli italiani: la furbizia e la corruzione”.

Coraggioso, laico, colto,  nel capitolo che affronta il “Dialogo tra le religioni”, Mancuso avverte che “i cattolici hanno la sindrome dei primi della classe”. Afferma l’esistenza di un “Logos universale” . Verità= Bene e non Verità= Dottrina. ”La teologia deve diventare libera ricerca spirituale”. Dal principio d’autorità – ribadisce- bisogna passare al principio di autenticità. “L’esperienza spirituale ha più valore della dottrina”.

“ Vi sono stati alcuni fenomeni storici nei quali la continua comunicazione  di Dio è giunta a prendere coscienza di sé come Logos o Verbo o Cristo. “La pienezza del Cristo- tiene subito a precisare  il teologo cattolico- coincide però con la vita umana di Gesù”.
Se la qualifica di Logos, Verbo e Cristo, “non appartiene in modo esclusivo a Gesù”, allora perché non chiamare con il loro nome gli esseri realizzati, come il Buddha, e definirli soltanto “fenomeni storici”? Chissà quanti yogi indù hanno realizzato la “coscienza cristica”!

 Un libro da consigliare soprattutto ai cattolici osservanti.

La verità eterna non è patrimonio di una singola nazione o di una singola religione, ma è patrimonio dell’intera umanità.